Orientamento e supporto per l’inserimento nelle categorie protette

di Andrea Autelitano e Antonio Rossello

Proposta di progetto che costituisce un’iniziativa concreta per accompagnare le persone fragili nel mondo del lavoro, semplificando i percorsi e rafforzando la rete territoriale.

L’inclusione nella società, e più specificamente nella realtà lavorativa, delle persone con disabilità rappresenta un indicatore sintomatico della capacità di una comunità di trasformare i principi di giustizia ed equità in pratiche efficaci e concrete. Con particolare riferimento all’esperienza italiana, non può tacersi come, nonostante la presenza di una normativa di settore – la L. 68/99, “categorie protette”- che prevede un solido e significativo sistema di tutele, persista ancora di fatto un divario rilevante tra gli obiettivi istituzionali perseguiti e la realtà occupazionale. In tale contesto, una nota positiva da sottolineare è sicuramente l’evoluzione delle logiche sottese ai servizi di supporto, le quali si stanno indirizzando verso approcci basati sull’autonomia e la valorizzazione delle competenze individuali, il cosiddetto empowerment, anziché rimanere ancorate a sistemi e filosofie puramente assistenziali. L’obiettivo, o almeno quello dichiarato, non è più dunque il semplice collocamento, ma la costruzione di progetti professionali che permettano alle persone di esprimere le proprie potenzialità attraverso reti territoriali coordinate tra centri per l’impiego, aziende, formazione e servizi sociosanitari. Il sistema, tuttavia, mostra ancora criticità fortemente rilevanti, quali l’assenza o insufficienza di coordinamento tra i servizi coinvolti, la difficoltà di incontro tra domanda e offerta, e la carenza di adeguati strumenti di osservazione e controllo, nonché di educazione e sensibilizzazione individuale e collettiva.

Il progetto di “Orientamento e supporto per l’inserimento delle categorie protette” del Centro italiano femminile (CIF)- Comunale di Savona, sembra riconoscere e intercettare proprio queste criticità, offrendo una riflessione e una prospettiva concreta.
L’ostacolo principale rimane, in ogni modo, culturale: parte della società civile e delle aziende percepisce ancora l’inserimento di persone con disabilità nel contesto lavorativo solo come un obbligo giuridico e/o assistenziale oppure morale, anziché come un’opportunità.
Le organizzazioni più innovative, quelle che incorporano la responsabilità sociale d’impresa e la sostenibilità sociale, dimostrano invece come l’inclusione crei benefici reali: ambienti di lavoro e processi maggiormente produttivi e innovativi, nati appunto dal confronto di prospettive diverse e gruppi più coesi.
Questo suggerisce come il vero e concreto cambiamento richieda in primis una rivoluzione culturale, ovvero il passare da una visione della disabilità come problema a una che la riconosce e considera come un’opportunità e un valore aggiunto.
L’inclusione autentica, e non meramente formale, non si raggiunge infatti con obblighi normativi o incentivi, bensì costruendo culture istituzionali e organizzative che abbraccino la concezione che le differenze individuali e la diversità in generale siano risorse per soluzioni nuove e più efficaci.
L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è pertanto molto più di una questione sociale: è lo specchio della nostra capacità di costruire una collettività socialmente responsabile e sostenibile.
Rendere il diritto al lavoro accessibile a tutti significa creare una società più innovativa e più equa, riconoscendo in ogni differenza un contributo e una qualità da valorizzare
.

L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è una sfida che misura il grado di maturità etica e organizzativa della nostra società. Il Centro XXV Aprile, da sempre impegnato nella promozione della giustizia sociale, sostiene con convinzione questo progetto, condividendone gli obiettivi e contribuendo alla sua diffusione attraverso la propria rete di contatti e collaborazioni. La speranza è che, per la sua concretezza e il suo valore, l’iniziativa possa uscire dai confini locali e diventare un modello replicabile a livello regionale e nazionale.

1 Dott. Avv. Andrea Autelitano, Sociologo e Antropologo. Presidente Deputazione Nord Ovest Associazione Sociologi Italiani (ASI) Presidente della Sezione d’Ambiente “Sociologi” del Centro XXV Aprile

2 Dott. Ing. Antonio Rossello, Sociologo, Presidente del Centro XXV Aprile, Membro del Direttivo ASI – Deputazione Nord Ovest


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