I processi di socializzazione di gruppo

di Giovanni Pellegrino e Mariangela Mangieri

Una volta che un individuo è riuscito ad entrare in un gruppo è necessario che impari a rimanervi. I processi di socializzazione danno la possibilità agli individui di rimanere in un dato gruppo.

Prof.. Prof. Giovanni Pellegrino

La Speltivi afferma che il processo di socializzazione è un processo attraverso il quale gli individui acquisiscono le conoscenze, le abilità, le disposizioni che li rendono in grado di restare in gruppo assumendo al suo interno un ruolo ben preciso. Infatti affinché un individuo resti in un dato gruppo deve acquisire uno o più ruoli che diano un senso ed un significato alla presenza di un gruppo. E’ innegabile come tutti i sociologi sanno il carattere bidirezionale di qualunque processo di socializzazione tuttavia è vero che nella realtà dei piccoli e dei grandi gruppi il neofita si trova in una condizione di maggiore dipendenza. Egli è nella necessità di dover capire cosa debba fare in quel gruppo.                        

Palmonari mette in evidenza che un individuo che entra in un gruppo deve capire cosa il gruppo si aspetti da lui, quali siano le norme e i regolamenti dominanti e quale sia la struttura gerarchica formale e informale esistente nel gruppo.  Quando un individuo entra in un gruppo deve immergersi nella cultura particolare di quel gruppo che include modi condivisi di percepire e di interpretare la realtà nonché costumi comuni che sono l’espressione comportamentale di una data cultura. Essi includono routine, resoconti, parole e gesti comprensibili solo dai componenti del gruppo nonché simboli ovvero oggetti che hanno un significato speciale per i membri del gruppo. Come ha messo in evidenza Lewin la percezione sociale della realtà condiziona in maniera evidentissima il comportamento di tutti gli individui ivi compresi i membri di un determinato gruppo sociale che leggono la realtà utilizzando un codice condiviso.

Quei gruppi che adottano comportamenti devianti avranno alla loro base dei veri e propri codici devianti che condizioneranno anche i processi di socializzazione di gruppo come ha messo in evidenza D’Agostino. Esistono vari modelli teorici che cercano di individuare le fasi della socializzazione di gruppo, tuttavia noi prenderemo in considerazione solo quello di Lewin che si basa sulla individuazione dei tre processi psicologici ognuno dei quali può essere visto sia dalla prospettiva del gruppo, sia da quello dell’individuo. I tre processi psicologici in questione sono la valutazione, l’impegno e la transizione di ruolo.    Per quanto riguarda la valutazione dobbiamo dire che ogni gruppo ha degli scopi da raggiungere e per tale ragione valuta gli individui in base a quanto possono contribuire al raggiungimento di questi scopi. Nello stesso tempo ogni membro del gruppo ha dei bisogni personali da soddisfare e di conseguenza valuta il gruppo nei termini di quanto esso potrà contribuire a soddisfare i suoi bisogni.

Per quanto riguarda l’impegno dobbiamo dire che esso produce sia nel gruppo sia nell’individuo l’accettazione dei reciproci scopi e bisogni. Inoltre induce sia il gruppo sia i singoli membri ad impegnarsi al massimo delle proprie possibilità per soddisfare le reciproche aspettative. Infine col termine transizione di ruolo Lewin indica il mutamento delle aspettative reciproche. Riguardo il processo di socializzazione Lewin applica a tale processo la famosa teoria del campo che indica le modalità con le quali a livello energetico gli individui interagiscono tra di loro. Lewin ha mutuato dalla fisica il concetto di campo di forza volendo far presente che nel processo di socializzazione gli individui si influenzano a vicenda come i vettori nel campo di forza si condizionano a vicenda.

Per quanto riguarda la durata temporale del processo di socializzazione di gruppo dobbiamo dire che essa dipende da vari fattori tra i quali ci limiteremo a prendere in considerazione la complessità della cultura di gruppo, la durata temporale del gruppo ed il tempo di permanenza dell’individuo all’interno del gruppo.( Per quanto riguarda tale fattore dobbiamo dire che esso è una delle cause e dei meccanismi che determinano l’uscita di un individuo dal gruppo). Per quel che concerne la complessità e il grado di strutturazione della cultura di gruppo appare evidente che quanto più complessi e numerosi sono i costumi comuni e i modi condivisi di interpretare la realtà, tanto più lungo e complicato sarà per il nuovo arrivato il processo di socializzazione. Infatti in alcuni gruppi il modo di interpretare e leggere la realtà è condizionato da numerosi fattori cosicché i nuovi arrivati vanno incontro a notevoli problemi per accettare e fare propri il modo in cui i membri del gruppo interpretano e leggono      la realtà sociale. Anche la durata temporale dell’esistenza del gruppo condiziona la durata del processo di socializzazione.

Infatti appare chiaro che se il gruppo si scioglie dopo poche settimane dall’ingresso del neofita, la durata del processo di socializzazione del nuovo venuto sarà molto limitata dal punto di vista temporale. Vogliamo mettere in evidenza che la durata della vita di un gruppo dipende dalle caratteristiche che assume il processo di sviluppo di gruppo che comprende cinque stadi: lo stadio di formazione, lo stadio di conflitto, lo stadio normativo, lo stadio di prestazione, lo stadio di sospensione. Per quanto riguarda il primo stadio i membri sono piuttosto ansiosi ed incerti rispetto alla loro appartenenza di gruppo ragion per cui sono disposti ad investire poco dal punto di vista psicologico nelle attività del gruppo. Nello stadio di conflitto i membri del gruppo diventano più attivi e cercano di modificare il gruppo secondo i propri bisogni. Come conseguenza in tale comportamento scoppiano ostilità e risentimenti all’interno del gruppo dal momento che il bisogno dei vari individui sono diversi ed entrano in conflitto tra loro.

Nel terzo stadio i membri risolvono i conflitti che erano scoppiati nel precedente stadio e di conseguenza aumenta il grado di coesione interna del gruppo. In tale stadio aumenta di molto la conformità dei membri alle regole e alle norme di gruppo. Nel quarto stadio tutti i membri del gruppo lavorano attivamente e si impegnano notevolmente per raggiungere gli scopi comuni.   Infine nell’ultimo stadio della vita di un gruppo la maggior parte dei componenti di esso va incontro a processi di demotivazione dovuti a diverse ragioni.  Pertanto il gruppo perde gran parte della sua importanza per quasi tutti i membri. Infatti essi si danno da fare per cercare di stabilire nuovi rapporti interpersonali in modo da evitare di restare isolati nel momento in cui il gruppo si scioglie.                            

   In genere quando un gruppo sta per sciogliersi esiste un piccolo numero di membri che cerca di evitare lo scioglimento del gruppo ma il loro tentativo è destinato a fallire poiché il malcontento e la demotivazione esistenti in quasi tutti i componenti del gruppo rende vano il loro tentativo. Palmonari mette in evidenza che nell’ultima fase dello sviluppo di gruppo scoppia “la guerra di tutti contro tutti” cosicché il valore del gruppo è messo in dubbio e negato, viene criticato il comportamento del leader ed inoltre si mettono in evidenza i fallimenti del gruppo, dimenticando completamente i successi ottenuti e gli obiettivi raggiunti.   In tale fase si cercano i capri   espiatori sui quali scaricare l’aggressività e le frustrazioni e si diffonde l’inerzia sociale e l’apatia. Prima dello scioglimento del gruppo sono anche possibili una serie di comportamenti violenti che funzionano da valvola di sfogo della collera di alcuni membri del gruppo.

Prof. Giovanni Pellegrino // Prof.ssa Mariangela Mangieri


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