TRA SOCIALISMO UTOPISTICO E ALIENAZIONE: DA MARX IN POI

NUOVA FOTO DI FRANCESCA SANTOSTEFANO 1“La storia di ogni società esistita finora è storia di lotte di classi” (Marx, Karl , and Friedrich Engels, Manifesto del partito comunista.) . Il concetto di “Socialismo Utopistico” nel decorso del tempo ha assunto un notevole salto di qualità, passando da un’ideologia politologica ad una vera e propria categoria storiografica. La storiografia si è interessata a tale preconcetto per diverse ragioni tra cui il cedimento alla teoria storicistico-positivistica la quale si avvale di suddividere i periodi storici in un’età primitiva ed infantile (religiosa, utopistica, idealistica) ed in un’età matura e teoricamente compiuta (filosofica, critica, scientifica). Il termine “Utopia” sta a significare un luogo che concretamente non esiste (Thomas More, De optimo republicae status deque nova insula utopia). L’eutopia non sta a rappresentare una prefigurazione ideale del futuro, infatti il suo radicamento è situato in un altrove assoluto. Già Engels poneva il socialismo utopistico in rapporto con la scienza del socialismo a venire di cui esso costituisce un momento inevitabilmente trascendente ed inestimabile. Da una parte le teorie del socialismo moderno assumono degli elementi che lo differenziano dalla cosiddetta “Utopia settecentesca” in quanto riportano i detriti della rivoluzione industriale; un accenno passato secondo il comunismo agrario di Babeuf vuole indicare un superamento della semplice spartizione egualitaria per giungere ad una vera e propria comunione di beni. Il socialismo vero e proprio si è insediato quando l’irreversibilità del mondo dell’industria si fa sempre più chiara, ed è proprio così che comincia a profilarsi un socialismo sempre più radicato nella società borghese. Il socialismo per altro appariva “l’erede delle riforme e dei principi liberali”. Per quanto concerne il termine “Marxismo” assume dei connotati similari al termine “utopistico” (in tal caso viene inteso come aggettivo qualificativo dal sostantivo “socialismo”). Già nel 1852 la stampa tedesca parlava di Marxscha Sekta (setta marxista) in quanto per loro marxista era sinonimo di autoritario o mero sostenitore del movimento politico della classe operaia, dunque in contrapposizione con il programma dell’emancipazione sociale.

DALL’ATTRIBUTO MARXISTA ALLA POLEMICA DEGLI AVVERSARI

MARX Alla fine degli anni ’70 dell’800 inizia il lento e progressivo declino delle facoltà psichiche del Marx e nel 1878 si forma il sistema ossia l’edificio dottrinale dell’Antiduhring Hegeliano. L’evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza viene accentuata quando nel 1882 il termine marxismo compare per la prima volta sul titolo di un opuscolo. Si tratta del libello “Le marxisme” diffuso durante l’Internazionale già egli esponente dell’ala possibilista francese. Da questo momento in poi il termine marxismo cominciava ad essere utilizzato dai segnali dello stesso. Al 1844 risalgono i manoscritti economico filosofici in cui Marx parla del concetto di alienazione economico/sociale. Tale pensiero si sviluppa dal contatto con la filosofia Hegeliana distaccandosi dalla sinistra Hegeliana per il carattere antiteoretico e l’impegno volto a promuovere l’emancipazione della classe proletaria. Questo pensiero Marxiano prende spunto da riflessioni sociali accadute durante l’epoca in cui visse tra cui la crescita urbana nell’Ottocento è destinata a scontrarsi con gli effetti dell’industrializzazione anche se non trae origine da quella. L’idea delle conseguenze provocate dal nuovo modo di vita della città industriale è essenziale per una rivoluzione delle manifatture come dramma “sociale” delle proporzioni di massa in cui il peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori dipende da un brusco tracollo delle condizioni sociali e delle strutture comunitarie persistenti più che dall’andamento dei salari reali.

HEGHEL Tornando alla dialettica Hegeliana secondo egli è il metodo di investigazione della verità, mentre Marx applica quest’ultima ai processi economico/sociali; la contraddizione dialettica non è contraddizione fra concetti che si sviluppano poi nella realtà ma consiste nell’opposizione fra classi antagoniste nella storia e fra la forza produttive e i rapporti di produzione che contraddistinguono i diversi modi economici di produzione (struttura e sovrastruttura). L’uomo si distingue dall’animale quando comincia a produrre i propri mezzi di sussistenza. Il lavoro e la produzione non sono dunque intesi come una condanna ma sono l’uomo stesso, la sua stessa essenza, essendo l’unica manifestazione della libertà umana (ελευθερία). Il prodotto del lavoro dell’uomo viene alienato dallo stesso uomo perché diventa proprietà privata dell’altro sotto forma di capitale. Sono i mezzi di produzione a sottomettere l’operaio e non viceversa (feticci). Dunque accade una sorta di Autoalienazione dove l’uomo è alienato da sé stesso in quanto lavoro ed uomo costituiscono due facce della stessa medaglia. Ciò coinvolge una sorta di alienazione nella sfera politica (società borghese vs società politica) e nella sfera religiosa. La religione secondo Marx è l’oppio dei popoli e costituisce un’essenza astratta dell’uomo, identificando un’umanità sofferente e oppressa costretta a trovare consolazione nella fede. La storia è giunta con la formazione del proletariato all’essenza disumanizzante dell’uomo. Foto 4 stato

MARXISMO E DARWINISMO: DUE PENSIERI COMPATIBILI

Darwin (1809-1884) e Marx (1818-1883) hanno vissuto la stessa epoca storica. Marx fu affascinato dalle teorie evoluzionistiche di Darwin e avendo peraltro acquisito da Hegel l’idea dell’evoluzione culturale ed essendo stata applicata alla ricostruzione della storia sociale è stato suggestionato dal suo stesso pensiero il quale sanciva il progredire della materia verso forme sempre più complesse di organizzazione come una legge. Tuttavia si riscontrano degli aspetti contrastanti con il marxismo: Innanzitutto la teoria darwiniana risulta gradualista ossia postula che la selezione naturale agisca sulla base di variazioni continue che si succedono nell’interazione tra individui e ambienti. La selezione naturale in quest’ottica agisce in tempi lunghi e risulta l’opposto della rivoluzione assunta da Marx come “levatrice della storia”. Il secondo aspetto nell’ottica di Darwin il progresso come passaggio da una forma inferiore ad una forma superiore di vita non esiste. Ogni organismo biologico che raggiunge l’adattamento naturale in cui vive e si instaura è perfetto (Habitus). Infine se da un lato Marx parla più che altro di un progresso inteso in senso relativistico, Darwin punta su di un progresso a carattere “individuale”. E’ l’individuo stesso nel quale si realizzano mutazioni vantaggiose che adattandosi meglio ad un determinato ambiente incrementa la sua capacità riproduttiva ed assicura alle generazioni a venire un vantaggio ossia l’inestimabile patrimonio della lotta alla sopravvivenza. In tale mutamento prende forma il “bellum omnia contra omnes” di Hobbes (una guerra di tutti contro tutti per accaparrarsi le risorse materiali e prevaricare sugli altri attraverso il potere).

Dott.ssa Francesca Santostefano – Sociologa

 

NOTE BIBLIOGRAFICHE

La Storia., (2007). La nascita del movimento socialista: <utopia> e <marxismo> in: La Storia., (2007). Risorgimento e rivoluzioni nazionali., Mondadori, Segrate (MI).

La Storia., (2007). Karl Marx: la filosofia deve mutare il mondo : la prima Internazionale in: La Storia.,(2007). Risorgimento e rivoluzioni nazionali., Mondadori, Segrate (MI).

L’alienazione dell’uomo in Marx in: tesi online.it

Pannekoek A., (2010). Darwinismo e marxismo I parte: Corrente Comunista Internazionale in: it.internationalism.org., (2010).


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