L’ARTE DEL SOGNARE: POSSIBILITA’ O IMPOSSIBILITA’ PER I GIOVANI DI OGGI?

 

IMG-20150518-WA0013 Circa quindici anni addietro, rovistando in una libreria nel centro di Cosenza,  incontrai “Il delfino”, scritto da Sergio Bambarèn.  Nel testo, scovai una frase che mi interrogò tanto: “ alcune cose saranno sempre più forti del tempo e della distanza, più profonde del linguaggio e delle abitudini. Seguire i propri sogni e imparare a essere se stessi, condividendo con gli altri la magia di quella scoperta”. In quel momento preciso, mi resi conto, di quanto importante fosse “ il sogno” per ogni singolo e sperduto essere umano. Compresi, quanto fondamentale fosse per l’uomo, l’orientarsi ad un progetto definito e centrato in una “VISIONE STABILE”.Seneca, ci regala, con un attualità da fare impressione, questo pensiero: “non esiste vento favorevole, per il marinaio che non sa dove andare”.E’ una scelta, che si propone intatta, ad ogni carezza di sole al mattino. C’interroga, ci sconquassa e ci rimette in piedi. Per quale motivo mi alzo, mi attivo, lotto, mi sfianco?

Ogni generazione, da un punto di vista storico, si è portata dietro, motori propulsivi di sogni, di tipo sociale. Idealità religiose, politiche, economiche che in qualche modo, sono servite a far avanzare le pagine della storia umana. In questi sogni aperti, s’inserivano i vari sogni individuali. Non sempre la storia, si è spalmata su visioni realizzate in positivo ( comunismo, nazismo, colonizzazione, la rivoluzione sessantottina), ma in queste enormi distese di ingarbugliati fili destinici, l’essere umano riscontrava la possibilità di spendersi per qualcosa o qualcuno.Ed oggi? E’ facile adagiarsi nel qualunquismo. E’ troppo scorrevole , nutrirsi di frasi fatte e di qualche inchiesta televisiva. Se dovessimo basarci solo su queste, ne usciremmo impoveriti. Con un ritratto delle nuove generazioni, orientate all’impoverimento dell’anima  ed al radicale svilimento del proprio potenziale. Spesso, nel corso di alcune attività che svolgo con i giovani, tendo a confrontarmi in maniera molto animata, con gli adulti.Non ammetto, in nessun modo che i ragazzi possano essere etichettati, come “disinteressati” e poco inclini all’operosità.

Nel fondo di ogni giovane, risiede, segretamente custodito, il forziere della sua “LEGGENDA PERSONALE”. Non hanno colpa, se attraverso razzie generazionali , hanno saccheggiato molta parte  delle risorse. Non hanno colpa, se attraverso un’invasione mediatica,  tintinnante e logorante, per decenni,  si è agito con modalità ipnotiche sui giovani cervelli in crescita, con lo scopo di renderli  “ubbidienti  consumatori”. Non hanno colpa, se ciò che era orientato alla semplicità è stato cambiato, con un impulso costantemente  teso al bisogno di possedere di più.Accuso simbolicamente, tutti i responsabili diretti ed indiretti, di questo processo di annichilente relativismo e faccio appello, a quel tesoro individuale e sociale, sotterrato ed ancora presente nella natura di ogni nuova generazione. In quel forziere profondo riposano, dimenticati: talenti,  sogni, speranze e forse anche una “NUOVA VISIONE DI MONDO”. E’ vero, il fango li ha sotterrati, ma sono lì, presenti. Sono impressi e stampati, con caratteri d’oro, nel cuore di carne di ogni persona.

Bisogna ritrovare la forza e la strada per liberarli nuovamente. E’ necessario farlo, in maniera strategica, vincendo le resistenze della “gabbia globale”.Di sicuro, è necessario stimolare la creazione di  nuovi spazi reali e virtuali, epurati quanto più possibile dai paradigmi culturali attuali. In queste possibili nuove “ agorà educative” si potrà ristimolare una rinascita del “potenziale umano”.La cultura, il dibattito, lo stimolo costante all’evoluzione personale e di gruppo, dovranno essere scomodati con metodicità. Nella raccolta di strategie  e tattiche, del famoso libro “ L’arte della guerra”, leggiamo: “se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”Bisogna ripartire, dalla scoperta del nostro mondo interiore e parallelamente, rimettersi ad interrogarsi sul perché di alcuni processi sociali.

Quotidianamente, vivo la sete di sapere, di SIGNIFICATO ed orientamento  alla vita. Dietro molti visi, apparentemente apatici e sbruffanti, si nascondono delicatezze e lampi di genialità, in grado di entusiasmare anche il più stanco dei docenti.Bisogna abbandonarsi a questa speranza. Non proponendo modelli dicotomici, di ricambio generazionale di “stile renziano”, che spesso non contribuiscono a selezionare il meglio, ma solo “ il nuovo peggio”, ma assecondare una collaborazione tra gli elementi in crescita e quelli già cresciuti che riescono a trovare la forza, per vivere eticamente e brillantemente ciò che fanno. Ne abbiamo tanti di esempi. Molti di questi, li abbiamo fatti scappare, in altre nazioni. Bisogna tornare a fare discernimento.Un grande politico italiano ( che andrebbe nuovamente riscoperto, proponendolo come modello, per ridare ai giovani nuova linfa ideale), Giorgio La Pira, disse: “I giovani sono come le rondini, vanno verso la primavera”. (da Il sentiero di Isaia. Scritti e discorsi: 1965-1977, Paoline). Io ci credo.

Giuseppe Bianco  –  Sociologo ANS Dipartimento Calabria, Formatore e coach


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