LA SFIDUCIA NELLA POLITICA VISTA ATTRAVERSO IL CONFORMISMO SOCIALE

Prima di poter iniziare un’analisi di quello che realmente è il processo di sfiducia nella prassi politica, comprese le istituzioni e le figure le quali esercitano le funzioni di esecuzione di tali strutture, bisogna far riferimento al concetto di conformismo sociale, ossia quel “tentativo di capire e spiegare come i pensieri, sentimenti e i comportamenti degli individui siano influenzati dalla presenza reale, immaginata, o implicita di altri” (G. Allport).

<<== Dott. Domenico Stragapede

La sfiducia politica è uno dei  processi della vita reale in cui, si concretizza la dimensione dispositiva e normativa  della complessità relazionale degli individui parte attiva della società. Le persone nella percezione “naturale” trovano impossibile eludere la trappola della maggioranza di coloro i quali detengono uno status esclusivo e un differente peso sociale.

La politica nella fattispecie, rappresenta la dimensione strutturale del malessere collettivo, non perché incapace di assolvere la finalità ad essa attribuita, ma perché asservita agli scopi dei gruppi, i quali determinano tensione, o una rottura asimmetrica funzionale collettiva.

La minoranza per combattere tale fenomeno decide di abbattere la propria dimensione del Sé, adeguando la pretesa positiva delle aspettative del proprio io, decidendo di conformarsi al piano normativo e funzionale, accontentandosi dello status sociale di riferimento.

Tale decisione rappresenta la forma negativizzata della comunità, la quale affonda nell’apatia collettiva, non affrontando quello che è il gioco delle parti, disperdendo la possibilità di migliorare il carattere personale, dis-alimentando la credenza della giusta formula POLITICA, quella della competizione, capacità e qualità esecutiva.

Il credere di non avere possibilità di cambiamento alimenta il pregiudizio, ovvero la propensione a credere che diverse azioni o idee, compresi i comportamenti rappresentano null’altro che l’abbandono della visione partecipativa, compresa la prospettiva di cambiamento sociale. Ebbene sì, in una fase iniziale solo attraverso la consapevolezza del proprio Sé, rafforzato dal  processo privato di percezione  individuale, sarà possibile frenare lo schema mentale e il  falso mito del processo di stereotipizzazione, ossia la raffigurazione della realtà dovuta e accettata, perché imposta dalla nostra stessa tensione cognitiva  e massimizzata dalla formalizzazione degli interessi di un’élite strutturata.

La fiducia nella politica può nascere solo attraverso la compressione del conflitto ambientale e situazionale, e della consapevolezza positiva nell’autostima personale. La Fiducia nella POLITICA null’altro è che “L’aspettativa che nasce all’interno di una comunità, di un comportamento prevedibile, corretto e cooperativo, basato su norme comunemente condivise (Francis Fukuyama).


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