Incidenti stradali mortali: spesso la corresponsabilità è dei pedoni

di Michele Miccoli *

A Roma cresce il numero delle vittime della strada e in tutta Italia si registra un incremento dei sinistri

<<== prof. avv. Michele Miccoli

Grazie alla diffusione dell’annuale rapporto ACI-Istat, possiamo comprendere meglio il fenomeno delle vittime della strada, che in alcune città sta conoscendo un certo incremento, come nel caso di Roma. Nel 2018 nella capitale si sono registrati 64 decessi causati da incidenti stradali che hanno coinvolto i passanti con esito infausto. Secondo quanto riportato nella ricerca, in circa la metà di questi casi il decesso è stato provocato da una corresponsabilità di chi si trovava a piedi. Troppo facile affibbiare ogni colpa a chi guida un’autovettura o una due ruote. Un pensiero collettivo da sfatare a suon di dati ufficiali.

Prendendo in esame i numeri riferiti alla capitale, nel 2018 i sinistri con coinvolgimento di pedoni sono stati in totale 2.236, 64 quelli in cui si è verificato la morte di una o più persone che camminavano a piedi, in 29 dei quali si è potuta accertare la corresponsabilità di chi procedeva a piedi. Si tratta quindi di un morto ogni sei giorni, una vera strage, che rispetto all’anno precedente ha fatto registrare un aumento di 17 morti.

Analizzando lo studio condotto dall’Automobile Club Italia, si scopre che in ben 568 incidenti che hanno coinvolto i passanti, anche se fortunatamente non con esisto mortale, vi è corresponsabilità. Passare col rosso, non camminare sulle strisce pedonali, non guardare con attenzione l’arrivo delle autovetture, alimenta la probabilità di mettere a rischio la propria incolumità.

Ciò non mitiga la responsabilità di chi è alla guida di un’automobile, di una moto o di uno scooter, visto che queste sciagure sono spesso provocate per distrazione, per esempio perché chi guida pretende di usare lo Smartphone oppure spinge troppo il piede sull’acceleratore o non osserva la segnaletica stradale, ma chiarisce come l’impatto possa verificarsi più facilmente se i primi a non seguire le regole di buonsenso sono proprio i passanti. Chi ha a cuore la vita, deve imparare a salvaguardarla.

A livello nazionale, e con riferimento al primo semestre del 2019, i dati ACI-Istat non portano notizie incoraggianti sulla situazione generale. Gli impatti mortali sulle autostrade italiane hanno subito un incremento pari al 25%, mentre sulle strade extraurbane l’aumento è pari allo 0,3%. Solo sulle strade urbane i casi appaiono diminuiti del 3%.

I decessi salgono di 1,3 punti rispetto al 2018 ma diminuiscono i feriti (-2,9%) e il numero di chi riporta lesioni permanenti (-1,3%). I sinistri avvenuti a livello nazionale nei primi sei mesi del 2019 sono stati 82.048: 453 al giorno, 19 ogni ora, per un totale di 1.505 morti prematuramente. Numeri apocalittici che devono portare a riflessioni e soluzioni da praticare a stretto giro, perché questa situazione ci allontana dagli obiettivi europei sulla riduzione del 50% delle vittime della strada entro il 2020.

Per fermare questo genocidio sarebbero necessarie normative più restrittive, sanzioni amministrative più pesanti per chi non rispetta il codice della strada, e per chi dimentica troppo di frequente che basta un attimo, e si passa dall’essere in salute al diventare disabili a vita o, nella peggiore delle ipotesi, un ricordo nel cuore di chi ci ha amato.

  • Vicepresidente nazionale dell’Associazione Sociologi Italiani

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