Il contributo della Scuola romana di Storia delle religioni

di Barbara G. V. Lattanzi

Il crescente tecnicismo e le esigenze di questa fase del capitalismo spesso ci impediscono di ricordare i molti ambiti umanistici a cui il nostro paese ha contribuito negli anni e nei secoli. Questa tendenza risulta particolarmente dannosa per le scienze sociali, spingendole a un riduzionismo che rischia di snaturarle.

<== dott. Barbara G. V. Lattanzi

La vita sociale non si può definire esclusivamente dalle espressioni economico-materiali, come ben sapevano anche gli studiosi marxisti, impegnati spesso nelle analisi dei fenomeni culturali (Antonio Gramsci ne è un luminoso esempio). Per questo non possiamo scordare che i due padri fondatori della sociologia, Weber e Durkheim, si sono cimentati entrambi con le tematiche religiose, considerandoli centrali per la definizione della vita sociale. Da questo punto di vista l’Italia può vantare una ricchezza di contenuti e ricerche che possiamo considerare un vero fiore all’occhiello.

Malgrado gli ostacoli costituiti dalla presenza forte delle istituzioni cattoliche – coinvolte anche esse nell’alimentazione di una importante cultura umanistica – l’Italia vede, nei primi decenni dello scorso secolo, la nascita di una disciplina tipicamente laica dedicata allo studio delle religioni comparate: la storia delle religioni.

Raffaele Pettazzoni

Il fondatore di questa branca di studi è considerato Raffaele Pettazzoni, che ottenne la prima cattedra di questa materia presso l’università la Sapienza di Roma nel 1923. I suoi allievi e successori, Angelo Brelich e Dario Sabbatucci, hanno poi arricchito la disciplina, che da riflessione umanistica sul trascendente nella linea di Mircea Eliade, Rudolf Otto e Wilhelm Schmidt acquisisce via via connotazioni più storico-antropologiche e riflessioni di carattere metodologico. Pur rimanendo ancora molto focalizzata sull’antichità classica, come è naturale per una disciplina che deriva in buona parte dalla filologia e archeologia nei paesi latini, con gli storici delle religioni di seconda generazione gli studi iniziano a spostarsi sulla storia di tutti i popoli e a comprendere l’etnologia dei popoli pre-religiosi.

Religioni classiche

Altro importante allievo di Pettazzoni fu Vittorio Lanternari, che scelse di allontanarsi dagli studi sul mondo classico per dedicarsi maggiormente all’etnologia dei popoli colonizzati e alle loro strategie di sopravvivenza culturale e esistenziale nella loro ricerca di riscatto. Un importante allievo di Angelo Brelich, Marcello Massenzio – di cui ho avuto l’onore di essere allieva – ha contribuito a collegare la scuola romana di Storia delle religioni con uno dei maggiori umanisti italiani e mondiali: lo studioso napoletano Ernesto de Martino, uno degli allievi di Benedetto croce che intrapresero una strada concettuale distinta dal proprio maestro. Il de Martino si impose al mondo accademico con uno dei saggi più affascinanti nella storia degli studi (Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo) interpretando i fenomeni etnico-religiosi alla luce delle teorie marxiste e esistenzialiste.

Proprio quest’ultimo ramo della storia delle religioni – che va da Lanternari a Ernesto de Martino e che vuole superare il relativismo culturale americano con una comprensione più profonda della vita cultuale e immaginale dei popoli partendo dalle condizioni delle popolazioni  delle classi subalterne – si è fatto strada nel pensiero e nelle cattedre universitarie sociologiche italiane. Fondamentali infatti furono i contributi di Clara Gallini, docente di discipline etno-antropologiche, studiosa del pensiero dell’etnologo napoletano e amica e collaboratrice di Massenzio, che ha saputo indirizzare la sociologia dei processi culturali verso la storia degli studi italiani e la metodologia dell’etnocentrismo critico (locuzione introdotta dal de Martino e che spiega il suo interesse per la mitologia e le tradizioni del meridione d’Italia).

Tarantismo

Oggi come oggi possiamo dire che le riflessioni e le ricerche di Ernesto de Martino, Vittorio Lanternari e Dario Sabbatucci siano parte integrante della sociologia italiana, in particolare per quanto riguarda gli indirizzi socio-culturali e antropologici. Tocca a noi tenere vive e alimentare queste metodologie e queste riflessioni, anche integrandole per mezzo  dei moderni studi sulle migrazioni e la società globale, con un occhio alle dinamiche di incontro e scontro tra i popoli e le classi sociali, i modelli risultanti dalle loro contaminazioni nel vortice di mutamenti che contraddistingue la nostra contemporaneità.

Per approfondire

Raffaele Pettazzoni, Storia delle religioni e mitologia; Mimesis 2018

Fabio M. Franceschelli, “La scuola romana di Storia delle religioni”; Draft su https://www.academia.edu/29232016/LA_SCUOLA_ROMANA_DI_STORIA_DELLE_RELIGIONI

Igor Baglioni, Dario Sabbatucci e la storia delle religioni; Bulzoni editore 2006

Ernesto de Martino, Marcello Massenzio (a cura di), Storia e metastoria. I fondamenti di una teoria del sacro; Argo 1995

Ernesto De Martino,  Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo; Piccola Biblioteca Einaudi 2022

Clara Gallini, Ernesto De Martino e la formazione del suo pensiero. Note di metodo; ed. Liguori 2005


Lascia un commento

Anti - Spam *

Cerca

Archivio