Barriere architettoniche, come abbatterle?

 

16729476_1807611486155940_7014346523541303677_n (1)Un pomeriggio dedicato al tema sulle barriere architettoniche, ove per barriera architettonica si intende: un qualsiasi elemento costruttivo che impedisce o limita gli spostamenti o la fruizione dei servizi, nello specifico a persone disabili, con limitata capacità motoria o sensoriale.Le associazioni presenti sono state:Fand, Anmil, Ens, Uici, Angsa, Anglat, Asi, Arpa, Arcacalabria, Irifor, Le mani nel domani, What women Want , Api Parkinson ed anche gruppi spontanei, in vista di eventuale presenza associazionistica.Il presidente dell’Uic di Cosenza Pino Bilotti in una prima parte del suo intervento ha tracciato una linea di contatto con le altre associazioni, al fine di sensibilizzare più realtà possibili, con l’intento di adottare strumenti utili, volti al miglioramento della vita delle persone con difficoltà fisiche e sensoriali.Antonio Cardamone- presidente di Arcalabria , si rivolge alle istituzioni, chiedendo maggiore attenzione alle problematiche in essere, in particolare si sofferma sulla realizzazione di un’oasi felice, dove i bambini possano ritrovare sostegno, forza e diventare parte attiva.Il vicepresidente Caterina Spadafora  di Angsa (Associazione Nazionale Genitori soggetti autistici) si esprime sul tema come mamma, e poi come vicepresidente, il cui obiettivo è arrivare dritta al cuore di chi dovrebbe abbattere le barriere architettoniche, in virtù del fatto che esiste anche la Legge 13/89, i cui contenuti erano legati alla progettazione negli edifici senza barriere architettoniche, per poi approdare verso la meta della non applicazione della legge.Per quanto riguarda una madre di un bambino autistico, che apparentemente può sembrare una persona senza alcun problema, in realtà dietro il suo volto vi è un mare di ostacoli, in termini di fruizione dei servizi offerti dalla società civile, pertanto l’invito dei genitori è quello di educare la società al disturbo dell’autismo, prevedendo misure di tutela e difesa dei diritti dei bambini autistici( un esempio di quotidiana amministrazione può essere addotto agli ospedali, nel senso che può capitare che un bambino con disturbi autistici possa sentirsi male, e se gli operatori sanitari non conoscono il problema, non riusciranno mai ad entrare in contatto con il soggetto, bensì creeranno un muro: il muro della poca collaborazione, additando la colpa al bambino, piuttosto che alla loro negligenza e poca competenza).Le barriere architettoniche sono anche quelle comunicative, quelle del personale poco adeguato negli ospedali e nelle strutture, in un andirivieni di occhi e sguardi poco affini alla percezione della disabilità.

Foto Barriere ArchitettonicheMatteo Spagnuolo piccolaL’associazione Mani nel domani, presieduta da Paola Giuliani, ha come mission quella di formulare logiche di vicinanza alle famiglie con problemi di disabilità in casa, dando loro l’opportunità di venire allo scoperto, di parlarne, ed individuando le giuste soluzioni ( gli screening veloci aiutano a prevenire e comprendere la tipologia di difficoltà motoria o sensoriale in essere). Asi dà il suo contributo in relazione al tema in questione, grazie all’intervento di Davide Franceschiello, che afferma. “Le barriere architettoniche sono un problema culturale più che strutturale di una società, che scarica sulle condizioni di salute della persona, la responsabilità degli ostacoli e barriere, che colpevolmente crea”. La condizione di disabilità deriva dalla mentalità costruita, ormai radicata, che regna sovrana nell’hinterland nostrano, il che rende difficile l’abbattimento.Teresa Colonna di Ens( Ente nazionale sordi) illustra la vera problematica della persona sordo-muta, che non può né sentire, né parlare, di conseguenza la barriera che si frappone tra quello che offre la società e  quello che dovrebbe essere garantito, è legata alla mancanza di sistemi di digitalizzazione, in grado di comunicare con la persona sorda (chiunque con la difficoltà sensoriale della sordità, si dovesse trovare bloccato in ascensore, non riuscirebbe a comunicare con i citofoni e tutti i segnali acustici, perché sordo).Anche What Women Want, Api, in sede di seminario erano presenti, e verso la fine dei lavori del seminario, hanno dato la loro testimonianza, nello specifico Api, un’associazione che si occupa di gestire il disagio delle persone affette dal Parkinson, che colpisce ad ogni età, non guardando in faccia la tua vita di prima. Chi si ammala di Parkinson rischia di essere emarginato dalla società civile, la cosa quindi desta molto rammarico.Preoccupazione e denuncia alla politica arriva da ogni parte, ed ognuno si assume la responsabilità nella ricerca di chiavi introduttive, degne di un’apertura al tema della disabilità. Il presidente Iacucci è intervenuto alla fine, memore di esperienze passate in merito alla sua attività di amministratore, la quale gli ha permesso di affrontare più volte le esigenze delle famiglia con ragazzi diversamente abili, ragione per cui dà il suo supporto. L’augurio è quello di partecipare ampiamente alla denuncia sociale, di portare aventi una causa di battaglia e rispetto dei diritti delle persone con difficoltà motorie e sensoriali.

Matteo Spagnuolo

 


Lascia un commento

Anti - Spam *

Cerca

Archivio