La critica della modernità di Vilfredo Pareto

In questo articolo prenderemo in considerazione la Critica della modernità di Vilfredo Pareto.

di Giovanni Pellegrino

Nel rileggere la critica di Pareto alle idee cardine della modernità bisogna tenere presente che ha dedicato uno studio specifico sull’argomento. Anzi a voler essere più precisi una posizione critica rispetto alle ideologie della modernità è riscontrabile nelle opere di Pareto solo effettuando un’analisi trasversale. Possiamo articolare la critica di Pareto alla modernità su diversi livelli: un primo è costituito dal rifiuto di una razionalità “ forte” sopra determinante l’agire di tipo illuministico e positivistico .Il secondo livello è rappresentato da uno studio puntuale dei vari aspetti del panorama ideologico a lui contemporaneo. Infine, il terzo livello è riscontrabile nell’ analisi dell’organizzazione economica e politica delle società a lui contemporanee.

Nella descrizione che Pareto offre dei protagonisti del profondo cambiamento che si stava mettendo in atto vengono ben rappresentate le contraddizioni e le crisi generate in Italia dal processo di modernizzazione di cui era investito il Paese .

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Le conseguenze più evidenti di tale processo di modernizzazione era l’urto tra norme e valori vecchi e nuovi unitariamente a una relativa accentuata frammentazione sociale. Situazioni più o meno simili di conflitto sociale e di segmentazione avevano indotto Comte a considerare imminente e inevitabile il progresso verso una società più pacifica e più giusta. Spencer a sua volta aveva teorizzato l’emergere della società industriale operosa e poco aggressiva. A loro volta Marx ed Hengels erano convinti che la rivoluzione avrebbe poi condotto ad una vita collettiva in cui uguaglianza e giustizia sociale si sarebbero pienamente realizzate.

Pareto Invece rintraccia nei disordini e nelle crisi la prova che l’evoluzione storica delle democrazie occidentali non era né rettilinea ne continua e vi vede il segno della permanenza del conflitto come processo sociale. La situazione che egli si trovava ad osservare costituiva a suo avviso un ulteriore dimostrazione dell ‘ infrangersi dell ‘utopia moderna di una vita sociale interamente determinata dalla ragione. La sua sociologia non si pone così come un tentativo di razionalizzare la immagine della società emancipandola dalla religione che la legittima nel mondo tradizionale. Pareto vuole dimostrare che ogni “credo” progressista ogni moderna teologia non intrattiene alcun rapporto privilegiato con la ragione in quanto la sua logica è la stessa che fonda le ideologie tradizionali e cioè quella dei bisogni che si muovono a livello residuale. Questa consapevolezza induceva Pareto ad opporsi nettamente alle idee che avevano accompagnato lo sviluppo della modernità nelle società occidentali, sottolineando come esse avessero comportato una involuzione della borghesia.

Inoltre, Pareto mette in evidenza che i grandi ideali che avevano caratterizzato l’ ottocento erano risultati disattesi o capovolti. Infatti, la democrazia aveva dato luogo al parlamentarismo e alla demagogia mentre il principio nazionale si era corrotto in fanatismo nazionalistico. A sua volta la libera concorrenza era stata sostituita dai monopoli e dall’intervento dello stato. Tutto questo portava Pareto a guardare con ironico sospetto le illusioni e gli entusiasmi dei positivisti e a svolgere una analisi demitizzante l’ ideologia del progresso continuo e lineare.

L’opera di Pareto contiene inoltre tutta una serie di osservazioni critiche puntuali su quei grandi temi ottocenteschi che si erano trasformati in mode ideologiche come per esempio il Progresso la Ragione , la Scienza il Nazionalismo etc. Tali temi esprimono gli ideali della emancipazione e ne rappresentano i modelli culturali più caratteristici che costituiscono i diversi aspetti del panorama ideologico della modernità. Secondo Pareto lo spirito della modernità ha presentato nei suoi tratti più salienti una tendenza globalizzante rivolta a includere le più svariate manifestazioni dell’agire singolo e collettivo finalizzata a sottolineare in ogni aspetto della realtà la fine dell’ordine tradizionale.

Inoltre, Pareto mette in evidenza che i grandi ideali che avevano caratterizzato l’ ottocento erano risultati disattesi o capovolti. Infatti, la democrazia aveva dato luogo al parlamentarismo e alla demagogia mentre il principio nazionale si era corrotto in fanatismo nazionalistico. A sua volta la libera concorrenza era stata sostituita dai monopoli e dallo intervento dello stato. Pareto coglie pienamente la forza totalizzante insita nel progetto della modernità e la esprime attraverso l’immagine di un “Pantheon “ ad esemplificare un insieme di convinzioni e di ideologie che si muovono intorno ad alcuni assi portanti. Pareto afferma che la religione del progresso è “ politeista “ e si fonda sulla scienza.

La scienza a sua volta si circonda di divinità minori come sarebbero la Democrazia, la Verità, la Giustizia . Pareto è consapevole che a livello di azione sociale l’ideologia della modernità fondamentalmente ottimista è incentrata sull’idea di progresso offrì l’incentivo necessario per uscire senza rimpianti dalla tradizione e per supportare i grandi mutamenti in atto .Teologie e cosmologie e ideologie, miti antichi e moderni vengono passati da Pareto al vaglio di un esame puntuale e distruttivo. Lo scopo principale di Pareto è quello di demitizzare la razionalità e la moralità attraverso il disvelamento dei loro fondamenti non razionali e non morali.

Egli analizza criticamente i miti della modernità operanti in una realtà una profonda trasformazione quale era quella italiana a lui contemporanea. Pareto riserva un’attenzione privilegiata nei confronti di quegli agenti di cambiamento i cui interessi, opinioni e ideologie condizionavano il divenire della nazione. Come tutti i grandi “maestri del sospetto “ Pareto non si accontenta di ciò che appare e non si ferma alla superficie. Egli affida alla sua sociologia il compito di scoprire il velo di togliere la maschera alla realtà. Egli non dà infatti fiducia al senso comune e valuta con sospetto le spiegazioni offerte dagli attori sociali.

Nell’ambito di questa continua e corrosiva opera di smascheramento la ragione perde ogni primato a livello individuale e ancor di più sociale. Pareto non solo ha incentrato la sua sociologia su una accezione “debole” della ragione sottolineando l’esistenza di una pluralità di fondamenti della vita collettiva ma ha messo anche in evidenza i processi di distorsione del pensiero. Inoltre, Pareto ha messo in luce la funzione dell’inganno e dell’autoinganno anche nel l’ambito dei contesti apparentemente più razionalizzati. Pareto mette in evidenza l’esistenza di profonde contraddizioni all’ interno del progetto moderno. Egli coglie e sottolinea l’aspetto non ufficiale della modernità e cioè il perdurare della superstizione dell’ incertezze del disordine e delle azioni non logiche.

Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che di fronte a un pessimismo antropologico, Pareto presenta un deciso ottimismo epistemologico basato su fiducia circa la possibilità di un’analisi soddisfacente dei fatti e delle loro relazioni. L’ottimismo epistemologico di Pareto e il suo pessimismo antropologico per essere colti nella loro specificità vanno analizzati alla luce degli eventi storici che caratterizzarono l’ Italia al tempo di Pareto.


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