La sociologia storica: esperimento dei sociologi ASI di analisi sulla Tarda Antichità

Recensione alla raccolta Unum? Ipotesi per un modello sociologico del Tardo Antico; Arbor Sapientae 2022, Roma

di Barbara Lattanzi

La sociologia, nata in germe durante il primo positivismo, tende allo studio dell’attualità in epoche tradizionalmente stabili – per la precisione epoche industriali – mentre la filosofia sembra preferire  i periodi di mutamento. >> Mitreo

Questa differenza deriva sicuramente dalle tradizioni e dalla data di nascita e di attività delle discipline e, a sua volta, ne definisce i metodi e gli strumenti di lavoro. Forse per questo motivo – la sua inadeguatezza metodologica e teorica a concettualizzare i mutamenti – la sociologia è in questo momento in forte crisi. Contro la “tendenza presentista” delle scienze sociali, come definita da Flavia Munafò nella sua introduzione a Unum? (Munafò 2022: pag. 12), gli autori membri dell’Associazione Sociologi Italiani hanno deciso di confrontarsi con tematiche di sociologia storica come analisi di epoche passate affrontate da un punto di vista sociologico utilizzando fonti storiografiche e analisi provenienti da varie discipline.

Nella sua premessa il presidente Antonio Latella così descrive il contributo dell’analisi: “… possiamo considerare la sociologia storica come una vera e propria metodologia, una terza via che arricchisce le tradizionali analisi qualitative e quantitative attingendo a entrambe nel trascenderle, per mezzo di un diverso modo di acquisire dati e informazioni. La sociologia storica è sia analitica che comprendente, acquisisce dati ufficiali insieme allo “spirito dei tempi”: norme, dati quantitativi, modelli culturali, scoperte archeologiche e scritture sacre sono considerati elementi di pari dignità e importanza. Secondo questa linea interpretativa una minoranza etnica può essere elemento centrale per un importante mutamento, i contatti tra i popoli (siano essi amichevoli o bellici) fondamentali per la definizione della propria identità.” (Latella, 2022: pag. 7).

L’Associazione Sociologi Italiani ha quindi deciso di avviare un esperimento di analisi storico sociologica di una delle più affascinanti epoche di mutamento in Italia e Europa: i pochi secoli che separano l’Età antica dal Medio Evo e che sono definiti Tarda Antichità (III-VI secoli d.C.). Il progetto è partito dal sociologo Raffaele Cellini, che si è offerto di coordinare i lavori, e altri colleghi – compresa la sottoscritta – hanno aderito con entusiasmo dividendosi le tematiche di ricerca salienti che compongono i capitoli: il diritto di famiglia, l’organizzazione militare, la filosofia e religione, il ruolo e la condizione della donna, fisco e finanze, le identità sociali (argomento scelto dallo stesso coordinatore) e, infine, una tematica complessa come la prostituzione abbracciata coraggiosamente da Maria Vasta. Due membri del direttivo della deputazione centro Italia hanno fornito i contributi di prefazione e postfazione mentre il presidente nazionale ha scritto la premessa. >>>>>> Diocleziano

Il risultato è un saggio scorrevole pubblicato dalla casa editrice scientifica specializzata in antichità Arbor Sapientae di Roma. Ritengo che il saggio renda il senso della densità dei mutamenti fondamentali, con i contrasti e le angosce che li accompagnano ma anche la fervida nascita di nuove esigenze, organizzazioni, speranze e modelli culturali e ideologici, ruoli e attività. “… la fine dell’antichità l’esaurimento di alcuni processi storici e fenomeni socio-culturali e l’avvento di altri di segno diverso. L’Impero Romano appare irreversibilmente in crisi:  attaccato da fuori e minato da  dentro. Grandi cambiamenti a livello demografico, sociale, religioso ed economico ne scuotono le fondamenta.” <( Munafò 2022: pag. 9).

copertina della pubblicazione

Il senso di decadenza si evince da una sorta di nostalgia dell’epoca classica quasi sbriciolata e il richiamo alle tradizioni, ormai viste come ancora di salvezza dalla deriva anomica delle intense laceranti dinamiche. L’anelito al mutamento è ugualmente  presente a volte espresso in scelte coraggiose e forti, il potente fermento culturale e filosofico e le riflessioni in tutti i settori della vita sociale e politica. E nella dialettica tra i due elementi di proiezione verso un futuro ignoto ancora da costruire e le resistenze del passato vediamo l’Impero Romano in declino affannare verso un Medio Evo che sarà epoca idealtipica di nascita di elementi e riflessioni di grande importanza anche per le epoche successive (cfr. D’Amore 2022: pagg. 127-128), probabile oggetto di future sperimentazioni di sociologia storica.

Barbara Lattanzi


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