Dal Cyberbullismo al bullismo tra adulti nella vita reale: come sta peggiorando la razza umana anche a causa della pandemia da Sars Cov2

Cavernicoli con lo Smartphone

di Emilia Urso Anfuso

Il progresso della civiltà ha reso possibile una trasformazione sociale davvero notevole: da trogloditi a moderni cittadini del mondo, oggi siamo in grado di viaggiare da un capo all’altro del pianeta in poche ore, e sviluppiamo tecnologie raffinate che rendono la vita molto più comoda e semplice.

<<== dott.ssa Emilia Urso Anfuso

Il passaggio da uno stato all’altro è stato anche breve, a dirla tutta, se consideriamo l’età del pianeta terra – oltre 4,5 miliardi di anni – e l’apparizione alquanto recente dei primi esemplari dei nostri progenitori eretti su due gambe, i cui primi ritrovamenti risalgono a circa 200.000 anni fa. Tutto bene, quindi, si marcia rapidamente verso l’era del progresso avanzato? …Macché. A ben guardare, a sviluppo delle tecnologie non sta corrispondendo il progresso della civiltà. Complice ora l’avvento del Sars Cov2, ecco che il moderno abitante del Pianeta Terra si pone, in molti casi, in modalità “Homo Erectus”, anche se al posto della clava oggi tiene in mano uno Smartphone.

Analizziamo la situazione. Della tecnologia informatica molti sfruttano le peculiarità peggiori. Il cyberbullismo si è inserito tra le pieghe degli squallidi ambienti della malavita organizzata a livello internazionale, e non solo per rubare denari. Un filmato privato tra due persone che amoreggiano in maniera più spinta, oggi può diventare oggetto di bullismo tra adulti, e i casi di cronaca che riferiscono come la tendenza alla diffusione del reato di Revenge Porn sia in ascesa è una conferma.

Di pari passo al processo di modernizzazione, una fetta di umanità involve. Invece di sfruttare al meglio ogni stupefacente opportunità resa possibile da tecnologie mai viste prima, costoro le piegano a un volere oscuro, da usare contro i propri cosiddetti simili. Con la complicità del periodo storico attuale, che è tra i più caotici che si potessero immaginare, si aggiunge un altro tipo di criticità: la paura per gli effetti del virus sta facendo emergere un fenomeno dilagante. Dagli ambienti familiari ai luoghi di lavoro e a quelli accademici, fino a manifestarsi per le strade, il bullismo tra adulti si esterna attraverso una miriade di comportamenti riprovevoli. Il primo si palesa con la tendenza umana all’assembramento. È sufficiente uscire per fare due passi in una strada del centro di una grande città, per essere investiti da una massa informe, che invece di mantenersi educatamente distante, appare maggiormente attratta dall’investire col proprio corpo gli esimi sconosciuti.

Se si prova a evitare l’aggressione, si rischia di dover procedere a braccia tese, e di dover camminare mimando un robot pur di tenere lontani gli astanti. Quello su strada è il primo livello di bullismo e lo esercitano contro chiunque capiti loro a tiro. Si può anche notare un aumento del livello di arroganza, mista a cinismo, che persone di ogni status sociale stanno dimostrando. Non importa nemmeno il grado di consanguineità, o il numero di anni che legano a una persona che è amica o convivente: sul piano dei rapporti civili è calata una sorta di coltre, forse dovuta al primordiale sentimento scaturito un tempo dalla necessità di sopravvivere: penso a me, e me ne fotto degli altri. La versione 3.0 di mors tua vita mea. Di fronte al pericolo di perdere la vita, chi ha minori capacità di guardare alle cose con serenità, attendendo lo svolgere degli eventi, tira fuori l’umico strumento che possiede e che risiede nel profondo: l’aggressività repressa a soli scopi di accettazione sociale. Un’accettazione che, oggi, appare esser saltata, insieme a tante altre manifestazioni di modernità e civiltà, che ci avevano resi dissimili dai trogloditi. Peccato.


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