COMITATO PER LO SVILUPPO SOCIALE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA DEL LAVORO

Per la ricerca, lo studio, e lo sviluppo della cultura della sicurezza sul lavoro attraverso la valorizzazione della dimensione sociale

Documento di progetto

LA CULTURA PER LA SICUREZZA DEL LAVORO

Lo scopo del Comitato per lo Sviluppo Sociale della Cultura della Sicurezza sul Lavoro è raccogliere, promuovere e diffondere idee, progetti, riflessioni, strumenti e ogni altro contributo intellettuale nuovo, anche coraggioso e creativo, che possa portare a delineare soluzioni alternative per pensare la prevenzione ed affrontare il problema della sicurezza sul lavoro, valorizzando la dimensione sociale, che va considerata come parte protagonista dell’impianto prevenzionistico.

L’idea è quella di stimolare il dibattito e cercare il volano per la comprensione ed il superamento del punto di stallo infortunistico nel quale ci troviamo, sovvertendo le vecchie visioni della sicurezza al passo con i nuovi fattori di rischio, di difficile misurazione, connessi all’organizzazione del lavoro, alle persone, al sistema di relazioni, al contesto culturale. Un cambio di paradigma che non vuole essere un semplice slogan ad effetto ma che, oggi, diventa una priorità, un’urgenza improrogabile.

Da più parti si avverte la necessità di incentivare la cultura della sicurezza ma, la demagogia e la retorica del rischio, la hanno fatta diventare troppo spesso un concetto astratto, usato vagamente o genericamente, o anche peggio, in un senso reificato e riduttivo, che minaccia di annullarlo. Il processo culturale deve essere costantemente sostenuto da adeguate politiche istituzionali e pratiche organizzative. Quando parliamo di cultura intendiamo infatti un patrimonio sfaccettato prodotto e plasmato da conoscenze, competenze, credenze acquisite nel tempo attraverso lo studio, l’esperienza, la socializzazione, che si traduce in atteggiamenti ricorrenti cristallizzati in schemi mentali ed in istituti di comportamento, che incidono prepotentemente sulla sicurezza.  In tal senso la dimensione sociale deve essere considerata come parte protagonista della sicurezza. Può essere parte vulnerabile o parte che, al contrario, riesce a rinforzare l’impianto prevenzionistico.

Il Comitato si propone come sintesi

Un approccio multidisciplinare, per individuare i termini della questione ed aumentarne la consapevolezza. L’intento è quello di accendere i riflettori sul problema per prospettare una possibile direzione di un futuro diverso, forgiato sulle esperienze accumulate, che possa contribuire all’inversione di tendenza del fenomeno infortunistico.

Per molto tempo si è pensato alla sicurezza sul lavoro prevalentemente dal punto di vista tecnico, tecnologico e giuridico ignorando purtroppo l’aspetto culturale e sociale, seppur i comportamenti risultano spesso alla base delle cause infortunistiche. Per questo è importante affrontare il tema della sicurezza e della salute in maniera integrata, analizzando la “variabile uomo-organizzazione”. All’elemento umano, sia esso datore di lavoro o lavoratore, è infatti attribuita, direttamente o indirettamente, la maggior parte degli errori che portano oggi all’incidente.

Lo sviluppo e l’innovazione tecnologica stanno diventando, ormai, il pensiero dominante.  Ma quando la tecnologia perde, o dimentica, gli aspetti sociali si crea una anomalia poiché il cambiamento avviene con velocità e modalità differenti. Innovazione tecnologia ed innovazione sociale sono le due facce della medesima medaglia.

Questo Documento è alla base di un’idea di progetto che intende quindi sostenere la necessità di promuovere la dimensione sociale della sicurezza, coinvolgendo le competenze delle Scienze sociali, per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro e delle malattie professionali attraverso azioni pedagogiche di ampio respiro. Lo strumento organizzativo principale resta quello della prevenzione con particolare riguardo alla formazione quale processo educativo delle persone. La formazione costituisce gran parte del processo che collega l’uomo al lavoro ed in tale visione gli aspetti comportamentali risultano fondamentali agendo in modo determinante per la prevenzione degli infortuni.

La prospettiva di approccio sociologico infatti può evidenziare l’importanza del fattore valoriale e umano, al pari di quelli tecnici e giuridici, come imprescindibile misura di prevenzione e protezione da considerare all’interno dei luoghi di lavoro contro il rischio infortunistico e di malattia professionale e come obiettivo da perseguire.

Non si può dimenticare che dietro ad un infortunio c’è sempre un difetto d’organizzazione, da parte di chi è deputato a prendere decisioni, o di esecuzione, da parte di chi deve eseguire un’azione lavorativa. Questo ancora di più nella società contemporanea la cui complessità e la dinamicità del sistema economico impongono ritmi lavorativi e modelli organizzativi spesso inconciliabili con la definizione giuridica di salute descritta nel D.Lgs. 9 aprile 2008.

Del resto, come scrive il sociologo Carlo Bordoni non si è mai parlato tanto di lavoro da quando è cominciato a mancare. E se manca il lavoro viene meno anche la sicurezza. La stessa prospettiva della perdita del lavoro allenta misure di sicurezza facendole apparire inutili. Il deterioramento degli istituti di protezione, le nuove asimmetrie, la pandemia, e gli aspetti sociali in genere non possono quindi non essere considerati.

La manifattura, il lavoro con le mani, è un punto di forza delle nostre imprese la cui dimensione e capacità di adattamento ai flussi di mercato rappresentano l’ostacolo maggiore ad un adeguato coinvolgimento nei processi culturali. Spesso, la legislazione sulla sicurezza sul lavoro non è stata capace di incidere profondamente. All’obbligo burocratico e formale deve contrapporsi una consapevolezza del valore della cultura dell’uomo nei processi produttivi. Il peso della cultura sarà il segno distintivo della creatività per contribuire alla crescita non solo dell’azienda ma della comunità.

Portare l’attenzione sul fattore socio-culturale consente così di introdurre un altro fondamentale tassello nell’impianto prevenzionistico, in modo da consentire di intercettare e prevenire un’ampia serie di eventi infortunistici comportamentali. Ogni infortunio è un passo indietro ed il cambiamento deve avvenire non solamente a livello tecnologico, che riguarda la macchina, ma nel cambiare i comportamenti che riguardano gli esseri umani.

Il Comitato intende pertanto contribuire a:

  • promuovere e sviluppare una prospettiva di approccio prevenzionistico che includa la dimensione sociale che possa evidenziare proprio l’importanza del fattore valoriale e umano, al pari di quelli tecnici ed istituzionali, come imprescindibile misura di prevenzione e protezione da considerare all’interno dei luoghi di lavoro contro il rischio infortunistico e di malattia professionale e come obiettivo da perseguire;
  • creare una cultura della sicurezza improntata sulla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali ed aperta allo studio dei comportamenti umani in ambiente di lavoro anche attraverso il coinvolgimento delle scienze sociali;
  • promuovere lo studio organico in approccio epistemologico delle Scienze Sociali, improntato allo studio della sociologia della sicurezza; 
  • sensibilizzare il sistema istituzionale di cui al Capo II del D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 affinché si apra al contributo delle scienze sociali e degli attori della formazione per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sul presupposto che la formazione è il fulcro della prevenzione;
  • sensibilizzare i soggetti del sistema di prevenzione protezione e più in generale i consulenti per la sicurezza;
  • qualificare i datori di lavoro e tutti i principali attori del servizio di prevenzione e protezione;
  • qualificare maggiormente i soggetti formatori in relazione ai requisiti di legge;
  • qualificare maggiormente i docenti formatori in relazione alle proprie competenze professionali.

Il Comitato potrà agire attraverso:

  • seminari divulgativi sul tema, anche in modalità smart e videoconferenza, coinvolgendo il mondo universitario e gli Ordini Professionali;
  • richieste di audizione a Enti istituzionali al fine di sostenere proposte, studi e quant’altro possa contribuire a quanto indicato nel Documento di Progetto;
  • organizzazione di attività pedagogiche di sensibilizzazione sul territorio, anche partendo dai banchi di scuola;
  • articoli divulgativi sulle attività svolte;
  • ogni altra attività utile allo scopo.

Novembre 2021

ADERISCI AL COMITATO

  1. Adesioni

Possono aderire al “Comitato” tutte le persone che condividono il Documento di progetto LA CULTURA PER LA SICUREZZA DEL LAVORO e ne condividono i principi di fondo e si impegnano a promuovere, ampliare, arricchire il documento di base portando contributi e sviluppando il dibattito attorno all’importanza delle scienze sociali nella sicurezza sul lavoro.

  • L’adesione è libera e gratuita
  • Sulle pagine istituzionali del Comitato verranno pubblicati i nominativi di tutti coloro che aderiscono e di fatto costituiscono il Comitato.
  • Il Comitato è coordinato da una segreteria tecnica.
  • Promozione

Tutti i componenti del Comitato si impegnano a promuovere e diffondere le idee e le iniziative intraprese dai diversi componenti del Comitato che abbiano per oggetto la cultura della sicurezza sul lavoro nella sua dimensione sociale.

Le iniziative del Comitato saranno veicolate anche attraverso i social e le pagine web dei singoli aderenti al Comitato.

  • Azioni

Ciascun componente del Comitato che intende svolgere eventi, convegni, seminari, webinar, ecc. a proprio carico per tutti gli aspetti organizzativi ed ammnistrativi può utilizzare il logo ed il patrocinio del Comitato stesso facendone esplicita richiesta alla Segreteria tecnica.

Tutti gli aderenti al Comitato possono inviare articoli, saggi, idee, raccolte di documenti che verranno pubblicati sulle pagine sociale e/o sul sito web del Comitato.

La segreteria tecnica comitatoculturasicurezza@gmail.com Rita Somma, coordinatrice, Paolo Varesi, Rocco Vitale (Comitato Promotore)

Hanno già aderito al Comitato:

ASI – Associazione Sociologi Italiani

AIFOS – Associazione Italia Formatori e Operatori della Sicurezza

AIFES – Associazione Italiana Formatori Esperti in Sicurezza sul Lavoro

Safety Contact srl

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Dott. Antonio Latella,

Presidente Associazione Sociologi Italiani

Dott.sa Arianna De Paolis

Presidente AIFES, Associazione Italiana Formatori ed Esperti in Sicurezza

Prof. Rocco Vitale,

Presidente AIFOS – Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza, sociologo del lavoro, già docente di diritto del lavoro

Dott. Paolo Varesi

Componente Commissione Consultiva Permanente sulla salute e la sicurezza ex art 6 D. Lgs 81/2008 istituita presso il Ministero del Lavoro

Dott.sa Rita Somma

Consulente H&S, sociologa del lavoro, Consigliere Nazionale AIFOS


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