Primo incontro con Andisp, Associazione nazionale dottori in Scienze Politiche

 

spagnuoloIl convegno di sabato 8 Aprile ha fatto da apripista ad una serie di incontri per area tematica della facoltà di Scienze Politiche, una delle più bistrattate, sottovalutate, messe in secondo piano , in termini di sbocchi lavorativi: un vero dilemma per gli scienziati politici.Lo scienziato politico è colui il quale studia la scienza politica, che in senso stretto ,è una scienza sociale che studia il fenomeno politico attraverso la metodologia delle scienze empiriche, in più ambiti disciplinari, che spaziano dal sociologico al politologico, per poi approdare verso l’indirizzo giuridico, amministrativo, ed in particolare nell’ottica internazionale.L’Andisp  ha raccolto le varie proposte degli ex studenti di Scienze Politiche, puntando sulle richieste e sugli interrogativi, a cui si dovranno dare delle risposte, ma non solo l’Andisp come comitato di difesa dei diritti dei dottori in scienze politiche  dovrà farsi carico delle problematiche della facoltà, ma anche gli uffici per l’Orientamento, senza togliere spazio ai pareri dei laureati in scienze politiche.Sono intervenuti Matteo Spagnuolo- Dottore in Scienze Politiche , Assunta Bonanno-Delegata dal Rettore per l’Orientamento, Servizi agli studenti e Formazione Permanente, Francesco Lo Giudice- Dottore in Scienze Politiche, Angelo Zicca- Dottore in Scienze Politiche(MSOI-Unya Italy), Eliana Ciappina- Dottoressa In Scienze Politiche, Debora Pandolfini- Dottoressa In Scienze Politiche, ogni presente ha espresso il suo punto di vista in merito all’importanza della facoltà.L’Andisp, ovviamente, si occupa di raccogliere dati per fornire informazioni circa le possibilità e le modalità di insegnamento, con tutte le difficoltà del caso, mentre il Servizio per l’Orientamento predispone una piattaforma su cui puntare per poter investire sulla propria professionalità, individuando i profili ad hoc in più contesti sperimentali.

Sono emerse alcune criticità, soprattutto all’interno dell’Università della Calabria,  laddove c’è una carenza di partecipazione delle aziende rispetto alle possibilissime offerte lavorative, dopotutto questo status quo non può e non deve condizionare le scelte fatte in precedenza, ed uno dei motivi per cui non bisogna pentirsi di aver scelto tale facoltà risiede nella passione e nell’amore dello studio dei fenomeni a 360 gradi: si potrebbe lavorare nelle amministrazioni pubbliche, perseguire la carriera giornalistica, quella diplomatica, la strada del  politico di professione, per non dimenticare il percorso di ricercatore, di funzionario pubblico, di formatore, di operatore di Ong ( organizzazioni internazionali senza fini di lucro), e in tanti altri settori.Il quadro descritto riprende uno scenario quasi felice, ma esistono molti ostacoli per poter gestire al meglio un programma di indirizzo e di percorsi accademici, professionali e specifici.Non è così semplice affermarsi nello scenario socio-politico attuale, pertanto alla luce di questa realtà si chiede maggiore trasparenza, accompagnamento in entrata verso i percorsi professionalizzanti, maggiore organizzazione tra le parti: organizzarsi ed unirsi rinvigorisce l’azione, apportando migliorie e soluzioni al problema.Rispetto alla calma apparente, il  Sartori-primo docente di scienza politica direbbe: “Il pessimo è pericoloso solo se induce alla resa; ma altrimenti il male lo fa l’ottimismo e il tranquilliamo che inducono a non far niente”.

M. S.

 

 


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